Konik#37 / XI.2.s/t

Crudo titanico, cobre iridiscente, rosa fluo, blu reale chiaro, terra, petali di camelia, inchiostro, matita e pennarello su tela

50 x 70 cm | Marzo 2019
Info jpr@lesfleursdemars.com

Matteo B. Bianchi

Mi sono diplomato come Chef all’Accademia del Gusto Virtuale nel lontano 2.931 con una tesi in Cucina ipotetica sul tema “Soluzioni chimiche a finalità sensoriali”.
Chi opera in ambito culinario oggi ha due strade davanti a sé: una rivolta al futuro, con la visionaria sperimentazione di quelli che saranno i sapori del domani, e una rivolta al passato, nel tentativo (spesso utopico) di ricreare le sensazioni provate dai nostri antenati. Io, per indole, interesse e passioni, ho sempre fatto parte di questo secondo gruppo. Da quando le specie vegetali si erano estinte sulla terra a causa delle note avversità climatiche, le miscele chimiche prodotte in laboratorio che cercavano di ricreare i sapori il più vicini possibile a quelli degli ingredienti della cucina del XXI e XXII secolo erano diventate il vero banco di prova degli chef passatisti come me. Avrei probabilmente passato il resto dell’esistenza a proporre ai miei affezionati clienti dello spazio degustazioni che avevo aperto pastiglie al gusto di Boef Bourguignon, di Gravlax, di Okonomiyaki o di Cacio e Pepe, se non avessi avuto la generosa e folle proposta del comandante Jerome La Fontaine di imbarcarmi come chef di bordo nella spedizione ST.12.64L/45.
L’incarico era semplice (preparare pastiglie di gusti differenti tre volte al giorno per l’equipaggio), ma almeno avrei cambiato aria per un po’. Mai mi sarei atteso quello che poi sarebbe avvenuto. Quando il professor Jean-Pierre Rouant mi ha detto di aver rinvenuto delle specie botaniche viventi nel settore marziano che stava esplorando non riuscivo a crederci. Lo pregai in ginocchio di portarmene dei campioni a uso culinario e dovetti insistere per tre giorni perché accettasse. 
Tremavo letteralmente dall’emozione quando ho deposto per la prima volta sulla piastra termica Konik#37 a friggere con alcune spezie artificiali, un liquido di composizione simile all’H2O e un impasto la cui consistenza e sapore dicevano essere assimilabile a quello di uova di gallina. Stavo cucinando la mia prima “ricetta”, con ingredienti fisici e componenti biologi reali. 
Invitai tutto l’equipaggio all’assaggio, ma il responso mi lasciò amareggiato e scosso. Abituati a pastiglie a dissolvenza immediata sulla lingua, questo cibo che doveva essere masticato per essere assaporato fece a tutti la stessa impressione: fosse buono, cattivo, dolce, salato, prelibato o terribile, non eravamo in grado di capirlo. 
Ne avevamo perso la capacità. 

Biografia essenziale.

Matteo B. Bianchi è scrittore e autore tv. Ha pubblicato i romanzi, Generations of love, Fermati tanto così, Esperimenti di felicità provvisoria (Dalai editore), Apocalisse a domicilio (Marsilio) e Maria accanto (Fandango). Insieme a Giorgio Vasta ha curato il Dizionario affettivo della lingua italiana (Fandango). In radio è stato autore del programma cult Dispenser (Radio Due Rai), in tv è stato fra gli autori di programmi quali Victor Victoria (La7), Quelli che il calcio (Rai Due), X factor e E poi c’è Cattelan (Sky Uno), Rai Pipol (Rai Due). Dirige a oltre vent’anni la sua personale rivista di narrativa ‘tina. Il suo ultimo libro è un omaggio a Yoko Ono. 

il suo sito è
www.matteobb.com