Cìsto#5 / IX.4.s/t

Crudo titanico, cobre iridiscente, rosa fluo, violeta dioxacina, vinavil, terra, foglie di cisto, radici secche, inchiostro, matita e pennarello su tela

50 x 70 cm | Maggio 2019
Info jpr@lesfleursdemars.com

Antonella Zanca

Pomeriggio.
No, non si dice: non avevo ancora imparato che in questo nuovo mondo il tempo non si regolava, non si definiva. Lo trascorrevo come volevo, unica legge era non infastidire nessuno e dedicarsi a una passione che avrebbe creato beneficio agli altri.
Ci stavo lavorando, ma l’espressione stupita delle facce che incontravo ogni giorno non mi faceva ben sperare.
Non ero neppure riuscita a smetterla coi vestiti di un tempo: i miei colori, tendenti al viola e lilla, restavano un punto fermo per farmi sentire a mio agio nella nuova sistemazione.
Mi ero innamorata subito della casa. Ero arrivata lì con le mie lauree in agronomia e produzione vegetale che sulla terra non servivano più. Ogni angolo era contaminato in modo irreparabile e non si poteva far crescere nulla.
Qui il professor JPR, amico del passato, aveva deciso di farmi vivere nel comprensorio Viola: prima piacevole risposta alla mia fuga.
La vista, alla fine della linea parallela di pietre, mi affascinò: una parete argentata sulla quale spiccava il mio fiore, dipinto, presente, concreto, finto, qualcosa che mai avrebbe potuto rivivere. 
Ricordare le sconfitte serviva a crearsi spazi per il futuro. Volevo crescere
e avevo deciso di farlo lì, un mondo nuovo e sconosciuto.
Ogni volta che guardavo il centro della parete della mia casa dove avevano costruito il mio fiore, che avevano chiamato Cisto#5, respiravo. 
E mi sembrava aria pura.
A poco a poco, guardando fisso, sentivo anche un profumo che arrivava fino a me con l’idea della perfezione: un profumo vero in un mondo finto.
Profumo e colore regalavano energia al mio cuore.
Pensai subito di aver perso la linea dritta del mio intelletto. Non mi dispiaceva, ma dovevo abituarmi. Poi, lungo la strada, vidi arrivare un ragazzo. Anche lui non aveva rinunciato ai colori e agli abiti di un tempo. Era tutto azzurro e giallo. 
Disse di arrivare dal comprensorio Giallo. Che l’azzurro gli piaceva troppo per rinunciarci. Sorrideva, ammiccando. Pensai che potesse amalgamarsi col viola. Profumava della torta di mia nonna. Riuscii così a trovare l’equilibrio tra memoria e nostalgia. Bastò un sorriso giallo e azzurro. Con un fiore viola di sfondo.

Biografia essenziale.

Antonella Zanca ricorda un’infanzia con quaderni a quadretti, una stilografica e un tavolino giallo. Ora inventa le sue storie al computer e non smette di appassionarsi. I suoi racconti sono presenti in diverse antologie, Altri Volti, Di Mari e Tempeste, In Viaggio, oltre che nel blog di Barbara Garlaschelli, Sdiario, con le rubriche Incroci e Ingredienti. Ha pubblicato con Ensemble la raccolta di racconti Germogli.

la sua mail è
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e in più
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incrocisite.wordpress.com
www.edizioniensemble.it/prodotto/germogli/